Una delle cose che più spesso mi sono sentito ripetere in campagna elettorale era: “Se andate in Parlamento la prima cosa che dovete fare è cambiare la legge elettorale”. Così dopo le prime settimane passate a capire dove mi trovavo, mi sono messo a lavorare e, per cominciare a onorare qualche impegno preso, ho depositato una proposta di modifica della legge elettorale (N. 1116) che, partendo dalla disciplina esistente, possa consentire ai cittadini con il loro voto di fare due cose che con la legge attuale non possono fare e che con il Mattarellum sarebbero problematiche: a) scegliere le persone da cui meglio si sentono rappresentati; b) scegliere una coalizione con un leader e dare a questa una maggioranza parlamentare.
Questa proposta intende correggere l’attuale disciplina in cinque punti decisivi:
1. introduce il requisito del superamento della soglia al 40% per accedere al premio di maggioranza (per evitare gli effetti di distorsione della proporzione voti raccolti/seggi attribuiti denunciati, tra gli altri, dalla Corte Costituzionale e dal Presidente della Repubblica);
2. introduce il doppio turno di coalizione per garantire che il voto degli elettori possa comunque produrre una maggioranza solida in Parlamento (il cittadino come detentore del potere di indirizzo politico)
3. introduce omogeneità tra Camera e Senato per evitare maggioranze difformi (in attesa che venga tolto il potere di fiducia al Senato)
4. introduce il voto di preferenza (con doppia preferenza di genere) (il diritto di scelta del proprio rappresentante da parte del cittadino)
5. dimensiona le circoscrizioni elettorali su base provinciale (quindi con liste corte di 5-6 deputati) per evitare spese elettorali spropositate e consentire un rapporto effettivo tra elettori ed eletti
In attesa di più impegnative riforme istituzionali, questa riforma consente di rispondere alla pressante domanda di un cambiamento che ci giunge dall’opinione pubblica razionalizzando e dunque rafforzando l’attuale forma di governo.
Con questa proposta, infatti:
– viene mantenuta la possibilità per ciascuna forza politica di presentarsi agli elettori con la propria identità e la propria proposta politica;
– viene incentivata la formazione di coalizioni per evitare la frammentazione e per formare maggioranze capaci di governare;
– viene rafforzata la dinamica di una matura democrazia dell’alternanza in cui gli elettori hanno la possibilità di scegliere e di dare mandato di governare a proposte che si presentano in modo alternativo, ricorrendo, in caso di non superamento della soglia del 40%, al voto di ballottaggio;
– viene confermata la forma di governo parlamentare, accompagnata però da un consolidamento del potere di indirizzo politico nelle mani dei cittadini che, con il loro voto, danno vita a una maggioranza parlamentare guidata da un capo della coalizione chiaramente indicato prima delle elezioni. Si rafforza così la dinamica di indiretta investitura popolare dell’esecutivo e al tempo stesso si mantiene intatta quella indispensabile funzione arbitrale del Presidente della Repubblica che si è dimostrata di vitale importanza nella gestione delle crisi politiche e non solo.