Oggi, sono intervenuto in Aula a Strasburgo, durante la sessione plenaria, in occasione della discussione e votazione del mio rapporto dal titolo “Promuovere l’integrità nella governance per affrontare il problema della corruzione politica”. Di seguito, il testo del mio intervento.
Questo rapporto è legato al fenomeno della corruzione, un fenomeno rilevante non solo sul piano morale, come noi sappiamo, ma anche sul piano economico e politico, in particolare per le società democratiche che si basano sui principi di libertà, di uguaglianza, di giustizia e sulla fiducia dei cittadini
Le democrazie sono società pacifiche, non violente. La loro arma è la parola e la corruzione può indebolire o addirittura distruggere la fiducia nelle parole e nelle persone che le pronunciano. La corruzione indebolisce questi principi, rende le persone schiave anziché libere, crea delle disuguaglianze tra coloro che possono accedere a determinati servizi e quelli che non possono, diminuisce la credibilità della sfera pubblica in una situazione in cui il populismo e altri fenomeni già invitano a porre poca fiducia nella possibilità della politica e della democrazia di cambiare le cose. Per questo è essenziale intensificare la lotta alla corruzione che, giustamente, è stata definita come un cancro della società.
Ci sono stati molti sforzi e la nostra istituzione, il Consiglio d’Europa, ha molte convenzioni, molti strumenti, come il GRECO, per combattere questo fenomeno. La nostra stessa Assemblea ha una anti-corruption platform che è attiva e, tuttavia, noi vediamo nei nostri paesi che questo fenomeno continua ad essere presente e ad abbracciare nuovi ambiti. Non ci sono solo gli ambiti tradizionali, come i grandi appalti o la corruzione legata alla vita politica, il finanziamento ai partiti o le campagne elettorali. Ora si allarga anche nuovi settori, come quello delicato della sanità in cui incide sulla qualità delle cure che noi possiamo prestare ai cittadini, o addirittura nella gestione di centri di migranti, laddove sembra accanirsi sulla sorte di coloro che già subiscono una sorte difficile.
La corruzione va dove vanno i soldi e va dove vanno i bisogni dei cittadini. Combattere con più forza la corruzione significa anzitutto cercare di capire il fenomeno della corruzione nei diversi contesti. Lo sforzo di questo rapporto è cercare di capire se, oltre ad avere alcuni principi comuni – dei principi guida che valgono per tutti i nostri 47 paesi e naturalmente anche per altri -, ci sono delle specificità legate a storie, tradizioni, istituzioni locali. Non per giustificare le determinate situazioni, ma, al contrario, per poter fare la nostra lotta contro la corruzione più agguerrita, capire che ruolo gioca nei diversi contesti la corruzione, se si tratta di una patologia del sistema o se si tratta, come in qualche caso, di una fisiologia del sistema.
Ci sono alcune parti in cui sembra che la corruzione sia un modo per far funzionare la società. Questo è importante e per questo ringrazio anzitutto i paesi che mi hanno accolto, le delegazioni nazionali che hanno sostenuto le nostre visite, le personalità che ho incontrato. Naturalmente, nel rapporto abbiamo dovuto riassumere tutto questo, spesso affidandoci a delle percezioni. Non certo abbiamo potuto fare delle analisi storiche o sociologiche, tuttavia penso che qualche indicazione utile sia venuta. Tre indicazioni in particolare.
La prima di queste è che la corruzione è legata al modo in cui si è costruito nella storia lo Stato moderno, lo Stato liberale, uno Stato democratico, uno Stato di diritto, la sua pubblica amministrazione imparziale. Laddove non c’è uno Stato con un’amministrazione imparziale, indipendente, ovviamente è più difficile combattere la corruzione. Questo interrogarsi sulla storia non è solo un elemento che deve scoraggiare, anzi deve incoraggiare. Ho avuto l’opportunità di analizzare il caso inglese o il caso olandese, che sono due storie di successo. Eppure qualche secolo fa nella letteratura inglese o in quella olandese la corruzione era considerata una vera piaga, un cancro delle loro società. E sono storie di successo. Questa è una lezione importante che ogni paese può apprendere: è possibile combattere la corruzione in modo efficace.
Il secondo elemento è che dobbiamo porre attenzione sulla pubblica amministrazione non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale. Spesso noi abbiamo buone legislazioni, buoni strumenti a livello centrale, ma abbiamo molti fenomeni di corruzione a livello regionale o locale.
Un terzo elemento che emerge da questa riflessione è che è importante, nel combattere la corruzione, prestare attenzione alle dinamiche legislative istituzionali, ma anche economiche ed educative. Laddove ci sono storie di successo è perché ci sono classi dirigenti, ci sono cittadini che hanno compreso che combattere la corruzione non solo è giusto dal punto di vista morale, ma è essenziale per avere istituzioni democratiche, per avere un buono sviluppo economico. Questi paesi hanno forti istituzioni educative ed ambienti che hanno fatto della lotta alla corruzione una loro priorità.
Quali sono le misure che qui vengono raccomandate? Sono misure che tutti noi conosciamo bene, anche per il lavoro che l’Assemblea ha già svolto in questo settore e anche con l’aiuto essenziale del GRECO. Anzitutto una buona legislazione, una legislazione che naturalmente preveda degli strumenti per perseguire, per punire tutti i reati commessi alla corruzione, ma anche una legislazione che consenta di prevenirli. E qui la migliore prevenzione – questa sembra essere una ricetta universale – è legata alla trasparenza. Quindi tutte le pratiche che noi possiamo adottare in termini di trasparenza, per rendere trasparenti la pubblica amministrazione e tutta la sfera delle nostre rappresentanze parlamentari, la sfera governativa eccetera, sono elementi fondamentali per poter combattere e prevenire efficacemente i fenomeni di corruzione. La corruzione ama nascondersi e quando noi facciamo luce, portiamo alla luce la nostra vita, allora questa strategia di nascondimento è più difficile da perseguire.
In secondo luogo, abbiamo bisogno di corpi indipendenti. Lo abbiamo visto anche nella nostra Assemblea che purtroppo ha attraversato, e sta attraversando, questa sfida importante di combattere la corruzione. È importante avere uno strumento esterno che possa controllare e valutare, ma anche offrire delle consulenze a coloro che sono impegnati nella vita pubblica. Quindi dei corpi indipendenti, siano essi la magistratura – che naturalmente deve poter godere della massima indipendenza -, siano essi delle autorità specifiche, come in alcuni paesi si è ritenuto di dover creare.
In terzo luogo, la regolazione delle attività di lobbying. Anche questo è un elemento molto importante. C’è una pressione che viene esercitata sui decisori da parte di coloro che possono aggiudicarsi determinati appalti o favorire delle leggi in determinati settori. Anche qui, di nuovo, la trasparenza è un elemento fondamentale.
In quarto luogo, l’indipendenza dei media. A questo è dedicato il rapporto che seguirà ed è un elemento fondamentale. La lotta alla corruzione non è solo un compito delle istituzioni, è qualche cosa che la società deve fare nel suo complesso, anche in una dialettica talvolta aspra tra i giornalisti, gli operatori dell’informazione e i rappresentanti delle istituzioni.
È infine, la dimensione educativa. Nei paesi in cui abbiamo svolto le nostre visite, c’è stata ripetutamente sottolineata l’importanza della dimensione educativa. Un’educazione da fare già nelle scuole primarie, naturalmente favorita da dei contesti sociali, quindi coinvolgendo famiglie, associazioni, comunità locali. Il Consiglio d’Europa potrebbe spendersi con la propria esperienza anche in campo educativo. Il Consiglio d’Europa ha dei manuali rivolti agli insegnanti, agli educatori, per combattere la violenza contro le donne, per sostenere la parità di genere, per combattere l’odio. Così, sarebbe utile se anche questo tema dell’anticorruzione trovasse una strategia coordinata e complessiva che valorizzasse le migliori pratiche e che potesse sostenere lo sforzo dei diversi paesi.
Infine, anche la nostra Assemblea è qui oggetto di qualche raccomandazione. È essenziale che noi rivediamo il nostro codice di condotta – ora abbiamo importanti indicazioni che ci vengono dal GRECO -, che noi sosteniamo collettivamente e singolarmente il lavoro dell’external investigation body, che può funzionare bene solo se ci sarà la piena cooperazione di tutti i membri di questa Assemblea, se rafforziamo la nostra anticorruption platform e se diamo anche alla nostra Assemblea un regolamento per quanto riguarda le attività di lobbying. Infine, una delle proposte che qui emerge, rivolta agli Stati membri, è di valutare l’opportunità di stabilire un network delle autorità anticorruzione a livello europeo, che già stanno ben funzionando in alcuni paesi e che ci hanno chiesto un maggiore coordinamento, perché la corruzione è un fenomeno internazionale. Quindi se possiamo offrire loro degli standard comuni, occasioni di confronto e un supporto, anche la lotta contro la corruzione condotta da queste autorità potrà essere più efficace.
Ringrazio di nuovo tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questo rapporto, sia nei paesi ospitanti, sia naturalmente lo staff della commissione che ha reso possibile questo lavoro.
Grazie.