Continua l’impegno dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa per il rispetto dei diritti umani dei migranti, la Commissione Immigrazione, Rifugiati e Sfollati ha lanciato un appello affinché i Paesi pongano la situazione umanitaria dei migranti come priorità della propria agenda. Le pessime condizioni di accoglienza e di assistenza di base che incontrano i migranti che arrivano nei nostri paesi sono in forte contraddizione con i valori e i principi umanitari che le nazioni del Consiglio d’Europa hanno sottoscritto. Nel corso 2017 si stima che circa 3mila persone siano decedute o scomparse nel mare ed altre 57 sono morte in cammino verso l’Europa o ai confini europei. Donne e bambine sono troppo spesso vittime di traffici, oltre 15.200 sono i minori non accompagnati arrivati in Europa solo nell’arco di quest’anno. Sono cifre che non possono che farci rabbrividire, gli stati membri del Consiglio d’Europa devono lavorare con maggiore determinazione e urgenza per cercare di porre fine a questo dramma, all’inadeguatezza della risposta ai flussi migratori. I richiedenti asilo trovano ancora numerosi ostacoli nelle procedure per la domanda d’asilo come previsto dalla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati e la Convenzione Ue per i Diritti Umani e che gli stati firmatari dovrebbero rispettare pienamente. Non possiamo permetterci, come ha ribadito anche il Premier Gentiloni nell’incontro degli scorsi giorni con i Paesi del Gruppo Visegrad, dell’Est Ue, la continua mancanza di solidarietà all’interno dell’Ue nel far fronte all’accoglienza dei migranti, alla integrazione e gestione dei flussi. La crescente minaccia di muri ai confini e la mancanza della presa di responsabilità di alcuni Paesi nel rendere più brevi i tempi dei procedimenti per le richieste di asilo e nel facilitare i ricongiungimenti familiari non fanno altro che minare la coesione sociale e la dignità umana oltre che a rappresentare un costo crescente in termini di spesa nazionale. In questo senso, si fa sempre più urgente un cambio di passo nelle politiche migratorie dell’Unione Europea, finora troppo concentrate sulla difesa dei confini e sulla cooperazione con paesi extra-Ue per contenere i flussi che però non assicurano il rispetto dei diritti umani.