<<L’Educazione civica antidoto al razzismo>>
La delegazione italiana presso l’Assemblea Parlamentare al Consiglio d’Europa ha presentato a Montecitorio il documento “Competenze per una cultura della Democrazia”.
(dall’articolo pubblicato da Avvenire del 26.09.2017 di Matteo Marcelli )
Ripensare l’educazione alla cittadinanza per affrontare le sfide poste da una società sempre più complessa. Un’esigenza che il Consiglio d’Europa ha messo nero su bianco nel recente documento “Competenze per una cultura della Democrazia”, presentato ieri a Montecitorio dalla delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare al Consiglio d’Europa. L’obiettivo è offrire un contributo al necessario processo di revisione dell’attuale paradigma italiano (ed europeo) di educazione civica, non sempre in grado di generare reali competenze a sostegno della convivenza tra culture diverse. Nella stessa direzione si muove anche la proposta di legge 3897 sull’ “Introduzione della valutazione delle competenze di cittadinanza nella scuola primaria e secondaria”, prima firmataria Milena Santerini (Des-CD), coordinatrice dell’Alleanza contro l’intolleranza e il razzismo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. <<Una democrazia senza educazione non si regge. Occorre dunque ribadire alcuni principui come quello dell’uguaglianza tra tutti gli esseri viventi – sottolinea Michele Nicoletti, presidente della delegazione italiana-. Le recenti manifestazioni di intolleranza razziale e nazionalismo hanno posto l’urgenza di tradurre questi valori fondamentali in pratiche quotidiane >>. Da qui la necessità di equiparare l’educazione civica alle altre materie, fornendo criteri di valutazione all’interno del percorso scolastico. << La cittadinanza è una realtà da perseguire , non solo uno status.Un obiettivo ancor più difficile in una società che ha paura del diverso – fa notare Santerini- . L’80% dei governi sui quali è stata effettuata l’indagine conoscitiva che ha prodotto il documento ritiene che l’educazione civica sia fondamentale , ma di fatto nelle scuole Ocse resta una disciplina incerta. Non basta sapere che il razzismo è male, bisogna anche agire in questo >>.
In sostanza, la sfida che attende l’educazione alla cittadinanza è quella di coniugare gli aspetti cognitivi, l’adesione ai principi fondanti della nostra Costituzione e un’etica ad essi coerente . Una missione che chiama in causa non solo la scuola ma anche le famiglie e la società civile. Per ammissione della stessa ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, sarà difficile che una proposta di legge del genere possa trovare spazio in quest’ultimo scorcio di legislatura, anche perchè- spiega- <<si tratta di una riforma strutturale>>. Resta però di fondamentale importanza il contributo offerto dal Consiglio d’Europa e dai firmatari di una proposta che la titolare dell’Istruzione non esita a definire <<rivoluzionaria>>. <<Stiamo parlando di valutazione e quindi di contenuti che dovranno essere inseriti nei curricula, il che implica necessariamente un cambiamento profondo- spiega ancora fedeli- . L’educazione alla cittadinanza passa per il riconoscimento delle diversità.L’articolo 3 della nostra Costituzione nasce proprio dall’incontro delle diverse culture che hanno partecipato alla stesura del testo>>.