Sulla libertà di informazione

Comunicato stampa sulla libertà di informazione

 

In Commissione Giustizia è stato approvato un emendamento al ddl Penale che prevede la reclusione per chi diffonde le conversazioni svolte di nascosto.

È impensabile che vi siano possibili ambiguità sul tema della libertà di informazione nei provvedimenti ora in discussione alla Camera. Conoscendo l’attenzione della Presidente Ferranti e del Ministro Orlando nei confronti della tutela delle libertà fondamentali secondo i migliori standard europei, sono certo che ogni sforzo verrà fatto per rispettarne nel testo i livelli. La tutela della privacy e del buon nome di ogni persona è un bene fondamentale, ma la libertà di informazione rimane un pilastro fondamentale di una buona democrazia.

La nostra legislazione in materia e la sua applicazione sono già state in passato oggetto di condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo nel 2013, che ha ritenuto sproporzionata la pena detentiva per il reato di diffamazione a meno che non ricorrano circostanze eccezionali come l’istigazione all’odio razziale o alla violenza.

Nel 2014 espliciti appelli al nostro Paese sono stati rivolti a evitare ogni possibile museruola ai mezzi di informazione da parte dell’OSCE, del Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani e del Relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di stampa.

Nel gennaio 2015 una nuova urgente raccomandazione al Parlamento italiano sullo stesso tema è venuta dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nel Rapporto Flego, anche sulla base del parere della Commissione di Venezia. Sarebbe paradossale oggi esporsi a nuove critiche su questo tema così delicato.

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