Oggi, 21 gennaio 2013, è stata presentata la lista dei candidati del Partito Democratico per l’elezione della Camera dei Deputati nella circoscrizione elettorale del Trentino Alto Adige. C’è anche il mio nome, al secondo posto. Comincia così un’altra campagna elettorale. Questa volta con la speranza, grande, di dare al nostro Paese un governo popolare che torni a dare dignità al cittadino sovrano e al lavoro umano. Il motto della campagna è quello del 2009, la frase del filosofo francese Jacques Maritain “Bisogna avere un cuore tenero e uno spirito duro” che i ragazzi della Weisse Rose avevano scelto per sé. Ma in questi giorni continua a tornarmi alla mente una bella espressione di Dietrich Bonhoeffer, il pastore protestante morto in campo di concentramento per aver partecipato alla congiura contro Hitler: “Chi parla di
soccombere eroicamente davanti a un’inevitabile sconfitta, fa un discorso in realtà molto poco eroico, perché non osa levare lo sguardo verso il futuro. Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente in quest’affare, ma: quale potrà essere la vita della generazione che viene? Solo da questa domanda storicamente responsabile possono nascere soluzioni feconde, anche se storicamente molto mortificanti. In una parola: è molto più facile affrontare una questione mantenendosi sul piano dei principi che in atteggiamento di concreta responsabilità”.
Il passo è tratto dallo scritto Dieci anni dopo che si trova nel suo splendido Resistenza e resa, uno dei più bei libri del Novecento (a proposito perché qualcuno vuole chiudere con la politica del Novecento? forse che dobbiamo dimenticare le grandi pagine della Resistenza?). In quello scritto si trova un altro passo straordinario che dovrebbe guidare ogni azione politica (e solo il cielo sa quanto facilmente la politica si dimentichi della realtà nel suo perenne avvitarsi su se stessa e quando ci stai dentro ti avvolge nelle sue spire e dopo un po’ ti perdi come in una nebbia…). Si intitola uno sguardo dal basso: “”Resta un’esperienza di eccezionale valore l’avere imparato infine a guardare i grandi eventi della storia universale dal basso, dalla prospettiva degli esclusi, dei sospetti, dei maltrattati, degli impotenti, degli oppressi e dei derisi, in una parola, dei sofferenti…Tutto sta nel non far diventare questa prospettiva dal basso un prender partito per gli eterni insoddisfatti, ma nel rispondere alle esigenze della vita in tutte le sue dimensioni; e nell’accettarla nella prospettiva di una soddisfazione più alta, il cui fondamento sta veramente al di là del basso e dell’alto.”
Sono contento di cominciare la campagna elettorale il giorno in cui sulla stampa appare la notizia che Barack Obama ha giurato sulla Bibbia di Abraham Lincoln e su quella di Martin Luther King. Nel suo discorso dopo il giuramento, il presidente ha ricordato che i patrioti del 1776 non «combatterono per rimpiazzare la tirannia di un re, o i priilegi di pochi senza regole. Ci consegnarono una repubblica, un governo, del popolo, che viene dal popolo e agisce per il popolo». «La storia – ha detto Obama- ci dice che la libertà ci viene da Dio, ma che tocca agli uomini sulla terra difenderla e metterla al sicuro. Ciò che unisce la nostra nazione non è il colore della nostra pelle o l’origine dei nostri nomi, ma che tutti gli uomini sono creati uguali ed hanno diritti inalienabili».
Mi pare un buon inizio.