[…] La forza di un partito democratico, ossia di un partito popolare, sta nelle persone. È sulle persone che dobbiamo anzitutto investire.
La formazione delle persone
L’anno prossimo in moltissimi Comuni del Trentino si rinnoveranno i consigli comunali. È questa una grande occasione per aprire le istituzioni base della nostra democrazia al contributo di tante e tanti democratici vecchi e nuovi.
Ma un partito che vuole restituire alla politica tutta la sua serietà deve anche chiedere alle persone che candidano nelle sue liste la disponibilità a formarsi, ad attrezzarsi adeguatamente prima di assumere un incarico pubblico. Così avviene in tanti settori della vita associativa in cui prima di svolgere un servizio educativo o assistenziale anche di tipo volontario si richiede una adeguata formazione.
Sarebbe un grande servizio alla qualità della democrazia comunale se a partire dall’autunno il Partito Democratico del Trentino organizzasse una Scuola di formazione rivolta in primo luogo a chi voglia candidarsi alle elezioni comunali. Non iniziative sporadiche, ma una formazione sistematica, settimanale, centrata sugli elementi fondamentali della democrazia comunale e dei problemi che essa deve affrontare, inquadrati in una prospettiva più ampia. Non dico che si dovrebbe esigere da chiunque una formazione di questo genere quale prerequisito per entrare a far parte di una lista, ma certo questa esperienza potrebbe costituire un elemento preferenziale e in ogni caso un investimento sul futuro per la formazione di una cittadinanza attiva e di una classe dirigente preparata, diffusa su tutto il territorio.
Questa iniziativa le cui modalità di realizzazione devono essere studiate assieme ai Circoli potrebbe naturalmente estendersi ad altri settori della vita politica oltre a quello della democrazia comunale.
Studio e Documentazione
Un secondo elemento fondamentale per una politica attenta ai problemi è quello di adottare assieme un metodo di studio e di documentazione che di fronte ai problemi ci costringa anzitutto a confrontarci con i dati, che passi poi a prendere in considerazione le soluzioni adottate nelle altre realtà italiane e straniere e che giunga poi in un dialogo serrato con i cittadini a formulare proposte adeguate alla specifica realtà del nostro territorio. Questa procedura è lasciata oggi alla buona volontà dei singoli nostri rappresentanti all’interno delle istituzioni che prima di formulare proposte fanno ogni sforzo per documentarsi. Non c’è però una struttura di supporto che possa aiutare i singoli o i Circoli in questo lavoro.
Un partito che vuole essere il motore dell’innovazione all’interno delle nostre realtà istituzionali deve dotarsi di un Centro Studi capace di svolgere questa azione di supporto e di stimolo. Si tratta di creare una struttura agile ed essenziale che metta in rete le competenze dei singoli iscritti ed elettori, cittadini che hanno studiato i problemi o esperti e professionisti presenti nell’area del partito, si tratta di valorizzare le esperienze positive facendole conoscere a tutti e proponendone l’estensione ad altre realtà, si tratta di organizzare contatti con altre realtà italiane e straniere per sapere come un determinato problema è stato risolto in altri paesi e così via.
Questo lavoro di supporto è fondamentale per i consiglieri comunali dei piccoli centri, ma potrebbe essere di grande aiuto anche nei grandi comuni e in provincia e regione. I consiglieri provinciali potrebbero offrire un contributo essenziale avendo accesso a dati, risorse, conoscenze, e al tempo stesso potrebbero ricavarne a loro volta un utile supporto.
All’interno di questa prospettiva i forum tematici potrebbero venire ulteriormente valorizzati e lo studio dei problemi concreti potrebbe diventare l’occasione per far partecipare esperti e professionisti dei vari settori alla vita del partito. Ma soprattutto l’intero metodo di lavoro del partito acquisterebbe autorevolezza e forza riformatrice.
Una risposta a “Idee per il metodo di lavoro del PD (estratto dalla mozione)”
Sono felicissimo di sapere che qualcuno come lei, più “attrezzato” di me, abbia in mente e sostenga quanto anch’io vado dicendo da tempo all’interno del PD della provincia di Pordenone. Nelle assemblee e in ogni occasione in cui si dibattono i temi, specialmente i più caldi come l’immigrazione, lo sviluppo economico, il testamento biocologico, ecc, avverto in modo crescente, una superficialità e una improvvisazione nella elaborazione dei problemi che sono pericolosissimi. Il rischio è di costruire un partito grande dai piedi d’argilla è molto alto. Con una battuta, dobbiamo scongiurare che il partito si avvi a diventare “big but not great”.
Giovanni Ghiani
segretario Circolo PD Cordenons